Un falco che continua a volare
Mamma Austria – dal suo ventre – ha fecondato e generato talenti canori d’alto livello; tra questi, potremmo ricordare Wolfgang Amadeus Mozart e Johann Holzel – noto ai più come Falco – icona maledetta della Neue Deutsche Welle (la New Wave tedesca, per intenderci chiaro) oltre che un genio dalla psiche contorta e complessa. Parafrasando, citando e riportando le scritture sacre, la musica infatti – al posto della bocca – esprime ciò che dal cuore sovrabbonda; per questo nel cuore del Falco austriaco albergavano sentimenti contrastanti, ma tutt’altro che pleonastici.
Nato a Vienna nel 1957 da un parto trigemellare – e dal quale è l’unico sopravvissuto – Johann “Hans” Holzel mostra già all’età di 5 anni un’inclinazione/attaccamento verso la musica; questo gli valse il riconoscimento di “orecchio assoluto” da parte della Wiener Musikakademie. Tuttavia, crescendo, si rafforza in lui la vocazione per la musica, imparando a suonare il pianoforte, regalatogli all’età di 4 anni; il basso appreso – a cavallo tra il ’74 e il ’75 – durante la leva militare e, infine, dedicandosi al canto.
Dopo una militanza in alcuni gruppi musicali viennesi e durante un periodo di dimora a Berlino Ovest, “Hans” Holzel si auto-battezza in Falco: questo, lo si deve allo sciatore della DDR Falko Weißpflog, ammirato profondamente da Hoelzel; il che segnò un nuovo inizio, caratterizzato da un percorso tortuoso e non facile: basti la canzone Ganz Wien (datata 1980), che gli costò la censura a causa del tema centrale – il consumo di droga in Vienna – e il boicottaggio in radio, ma questo non gli impedì di diventare una hit.
Ulteriore successo lo otterrà nel 1982 con la Celeberrima Der Kommissar: un pezzo che rappresentava – per i tempi – l’avanguardia a causa delle assonanze con la tecnica del rapping, che ha riadattato in altri pezzi, e le sonorità industrial sperimentate anzitempo dai “vicini” crucchi Kraftwerk; il tutto accompagnato da movenze a scatti tipiche di un falco.
Il 1985 è l’anno dell’ingresso nelle classifiche internazionali, a seguito della joint venture coi produttori olandesi Bolland & Bolland, dalla cui collaborazione usciranno i pezzi più celebri di Falco: Rock me Amadeus, che raggiunse il primo posto nei paesi di lingua germanica, in Regno Unito e negli USA; Vienna Calling, una canzone che raffigura il coté mondano di Vienna; e Jeanny, un pezzo che si è scelto come “elemento di disamina” per questo articolo.
Jeanny, stando alla storia del videoclip omonimo, è la storia di una ragazza morta uccisa da uno psicopatico – impersonato da Falco, che ha assoggettato a sé il ruolo assumendo i movimenti e le fattezze lombrosiane tipiche di questi soggetti – a causa del desiderio di possederla. Questo ha suscitato forti riserve dalla stampa tedesca e dai benpensanti, i quali hanno deciso di censurarla; ma ciò non ha fermato Falco nel voler propinare dei sequel (I’m coming home e Where are you now, conosciute come Jeanny II e Jeanny III rispettivamente) con annesso video.
È chiaro che all’ascesa è corrisposto il declino, così come il decollo al tracollo; ed è così che il Falco planò verso un declino – legato ad alcuni “fiaschi” musicali e a delle vicissitudini personali, tra cui la cocaina – che fu seguito da una timida ripresa negli anni ’90, rifacendosi un nome nuovo (T»MA) e una vita nuova nella Repubblica Dominicana, terminata con la sua esistenza terrena: il 6 febbraio del 1998, Falco morì in un incidente stradale a Puerto Plata, scontrandosi – sotto effetto di alcol e droghe – col suo Mitsubishi Pajero contro un autobus locale. L’album postumo Out of the dark vendette i 2 milioni di copie.
Una storia per certi versi contrastante, ma interessante; la storia di un artista boicottato dai perbenisti, ma che è andato oltre le critiche e oltre le righe, riuscendo a raggiungere i vertici delle classifiche.
Domenico Arcudi